Simbolo di resistenza e longevità, il pino è un albero sempreverde con diverse proprietà curative. Questo maestoso albero, ampiamente diffuso in tutta la penisola italiana, è strettamente associato all’idea di immortalità e inflessibilità, grazie al suo imponente fusto alto e dritto.
L’albero del pino: caratteristiche
Il pino è una conifera che comprende oltre 80 varietà, ed è una pianta diffusa dalla pianura all’alta montagna. Appartiene alla famiglia delle Pinacee.
Ambiente ideale e diffusione
Il pino ama la luce e predilige i terreni sciolti e sabbiosi dei litorali marittimi. È molto comune trovare pinete vicino alle spiagge e fra le dune, dove il pino si mescola con altre piante tipiche della macchia mediterranea.
Aspetto e dimensioni
L’albero del pino è sempreverde e maestoso, può vivere fino a 200-250 anni e raggiungere grandi dimensioni, fino a 30 metri di altezza. Il periodo di fioritura va da marzo a maggio. Il fusto è cilindrico e può raggiungere i 6 metri di diametro. La chioma globosa assume la caratteristica forma ad ombrello nella pianta adulta. La corteccia è spessa, divisa in placche da profonde fessure longitudinali. Le foglie, ossia gli aghi, sono riuniti a gruppi di 2, persistono sulla pianta per 2-3 anni e possono essere molto lunghi, anche fino a 20 cm.

Riproduzione e fruttificazione
I frutti del pino sono costituiti dagli strobili, comunemente chiamati pigne. I semi, noti come pinoli, si disseminano naturalmente nella primavera del quarto anno di vita della pianta. Il pino inizia a produrre semi dopo i 15-20 anni di età. Le radici del pino sono robuste e profonde.
Cosa significa pino
Il termine “pino” indica un albero appartenente al genere Pinus.
Come distinguere pino e abete
Il pino e l’abete sono due tipi di conifere appartenenti a generi diversi: il pino al genere Pinus e l’abete al genere Abies. Tuttavia, entrambi appartengono alla stessa famiglia, le Pinacee. La principale differenza tra i due risiede nella disposizione dei loro aghi. Gli aghi del pino sono inseriti in gruppi di 2, 3 o 5, mentre gli aghi dell’abete sono fissati individualmente. Inoltre, gli aghi dell’abete sono piatti e presentano due facce e due bande chiare sulla superficie inferiore.
Specie di pino in Italia
In Italia si trovano diverse specie di pino, sia indigene che esotiche. Tra le varietà più comuni vi sono:
Pino domestico
Il pino domestico, noto anche come pino da pinoli, è la specie più diffusa in Italia, soprattutto in Liguria e Toscana. Questo albero predilige terreni secchi, ma può crescere bene anche su suoli più profondi, ricchi e freschi, evitando quelli calcarei. È in grado di svilupparsi anche sulla sabbia e si è diffuso in tutta Europa in presenza di dune e ambienti semidesertici. Le infiorescenze maschili sono minute e di colore giallo, mentre quelle femminili sono costituite dalle classiche pigne che, una volta fecondate, producono semi oleosi racchiusi in un guscio legnoso.
Pino marittimo
Il pino marittimo, conosciuto anche come pino selvatico, è una specie sempreverde caratterizzata da una forma conico-arrotondata, notevole robustezza e rapida crescita. La corteccia di questo albero è screpolata e assume tonalità che vanno dal marrone aranciato al viola. I germogli presentano un colore marrone. I rami crescono orizzontalmente dal tronco, che tende a sottile man mano che l’albero si sviluppa. Gli aghi del pino marittimo sono rigidi e robusti, di colore grigio-verde, e si dispongono a coppie, rivolti verso la parte anteriore dei rami, raggiungendo una lunghezza fino a 25 cm. Questa specie tollera bene la salsedine e il vento marino, motivo per cui è presente lungo le coste sia dell’Atlantico che del Mediterraneo. In passato, è stato ampiamente piantato nelle zone paludose per stabilizzare il terreno e successivamente per rifornire le cartiere.
Pino argentato
Il pino argentato, noto scientificamente come Pinus monticola, cresce soprattutto nelle montagne del Nord America occidentale, come le Montagne Rocciose, la Sierra Nevada e le Pacific Coast Mountains. Questa specie, come tutte le altre appartenenti al genere Pinus, è estremamente sensibile alla ruggine del pino bianco.
Pino nero
Il pino nero, scientificamente noto come Pinus nigra, è una grande conifera diffusa in tutta Europa, ma in particolare nell’Austria. Questo imponente albero può raggiungere un’altezza di 55 metri in condizioni favorevoli. La sua corteccia è di colore nero e molto screpolata, mentre gli aghi sono lunghi fino a 14 cm, rigidi, pungenti e disposti diritti in coppie. La fioritura avviene a maggio e i fiori sono impollinati dal vento. Il pino nero produce pigne piuttosto grandi, con una dimensione di circa 8 cm, che maturano nel secondo autunno. La sua chioma ha una forma conica e si dirada naturalmente nei rami inferiori. Il legno del pino nero è apprezzato per le sue buone proprietà meccaniche ed è utilizzato per la produzione di mobili, sebbene sia caratterizzato dalla presenza di nodi naturali. Inoltre, viene impiegato come legna da ardere e come materia prima per l’industria cartaria.
Pino mugo
Il pino mugo, conosciuto anche come Pinus mugo, cresce in tutta Europa fino a un’altitudine di 2.500 metri. In Italia, è presente lungo l’arco alpino. Questa specie ha una chioma densa e arrotondata e può raggiungere un’altezza di 3-4 metri. Gli aghi del pino mugo sono rigidi, pungenti e di colore verde tenero, disposti in ciuffi di 2-3, mentre i rami sono ritorti e la corteccia appare liscia e grigiastra. Le pigne sono di colore bruno, ovoidali e non superano i 5 cm di dimensione. Quest’albero predilige terreni secchi e ben drenati e tollera il calcare. Si adatta sia all’esposizione al sole che alla penombra, ma teme i lunghi periodi di siccità e il caldo eccessivo. Grazie alle sue dimensioni ridotte, è una delle conifere più adatte per i giardini. Il legno del pino mugo viene utilizzato come combustibile per il camino ed è spesso piantato nelle vallate alpine per trattenere le valanghe grazie al suo solido apparato radicale. È noto soprattutto per le sue proprietà antisettiche ed è ampiamente utilizzato in aromaterapia.
Pino loricato
Il pino loricato, scientificamente noto come Pinus heldreichii o Pinus leucodermis, è diffuso principalmente nelle foreste dei Balcani e del nord Italia ed è spesso chiamato “pino bosniaco”. Questa specie si caratterizza per una corteccia morbida di colore bianco-grigio che, nel corso degli anni, diventa ruvida. Le dimensioni del pino loricato possono variare.
Pino cembro
Il pino cembro, scientificamente noto come Pinus cembra, è una specie che cresce nelle Alpi centrali tra i 1.400 e i 2.500 metri di altitudine. Quest’albero presenta una chioma di forma piramidale o ovale, un tronco dritto e rami che si estendono verso l’esterno. La corteccia del pino cembro è di colore grigio scuro, liscia durante la giovinezza e successivamente ruvida con l’invecchiamento. Gli aghi del pino cembro sono lunghi da 4 a 8 cm, di colore verde scuro e si dispongono in gruppi di 5 (una caratteristica rara per i pini), mantenendosi sulla pianta fino a 5 anni. Le pigne di questa specie sono ovoidali e tozze, con una lunghezza di 5-8 cm e una larghezza di 4-5 cm, di colore rosso carminio o rosa-violaceo.
Il pino cembro predilige terreni pietrosi e ricchi di silice e ha una crescita molto lenta. Il suo legno presenta venature molto fini, che lo rendono adatto all’intaglio e all’ebanisteria.
Pino d’Aleppo
Il pino d’Aleppo, noto scientificamente come Pinus halepensis, viene chiamato anche pino bianco a causa degli aghi sottili e leggermente argentati. Tuttavia, va notato che questa specie non proviene dalla Siria, dove invece cresce il suo simile, il pino brutia.
La silhouette del pino d’Aleppo viene scolpita dal vento e dalla salsedine, e le gemme esposte muoiono, favorendo lo sviluppo della pianta dalla parte opposta del mare. Quando è giovane, la corteccia del pino d’Aleppo è di colore grigio, ma col passare del tempo diventa rosso-ocra, caratterizzata da screpolature e scaglie. Gli aghi sottili di colore giallo-verde sono morbidi e appuntiti, disposti a coppie. Questo albero può raggiungere un’altezza di circa 20 metri. Ogni due anni, si sviluppano pigne ovoidali lunghe da 6 a 12 cm, fissate allo stelo da un lungo peduncolo di un bel colore ocra chiaro.
Il pino d’Aleppo si adatta a diversi tipi di terreno, ma preferisce il calcare, anche se asciutto. È in grado di crescere anche sulle rocce, aggrappandosi facilmente alle scogliere.
Il pino d’Aleppo, scientificamente noto come Pinus halepensis, è una specie che predilige il calore e può tollerare siccità prolungate, ma è sensibile all’eccessiva umidità e non sopporta le gelate e la neve. È importante sottolineare che questo albero brucia facilmente, specialmente le pigne che, dopo un periodo di resistenza al fuoco, possono scoppiare e propagare rapidamente le fiamme. La chioma leggera del pino d’Aleppo favorisce lo sviluppo di un sottobosco altamente combustibile.
Il legno del pino d’Aleppo, molto simile a quello dei pini marittimi, trova diverse applicazioni. È utilizzato per elementi strutturali nell’edilizia, piccola carpenteria, la produzione di pallet, casseforme, mobili, casse e pannelli di compensato.
Curiosità sul pino
Ecco alcune curiosità su queste grandi conifere diffuse in tutto il mondo, che potrebbero non essere conosciute da tutti.
Quale pino fa i pinoli
I pinoli sono prodotti principalmente dal pino marittimo (Pinus pinea) e da altre venti specie di pini. Tuttavia, molte di queste altre specie hanno dimensioni dei pinoli troppo piccole per poter essere utilizzate. I pinoli sono un alimento tipico del Mediterraneo, proprio perché su questo bacino geografico crescono tali conifere.
Sai che le pigne vanno rimosse?
Le pigne rappresentano una possibile fonte di pericolo a causa della loro caduta. Pertanto, è necessario provvedere periodicamente alla rimozione controllata di tutte le pigne presenti nella chioma degli alberi. Questa pratica, chiamata “spignozzatura”, dovrebbe essere eseguita ogni 3-4 anni ed è di competenza delle autorità municipali (nei parchi pubblici) o dei proprietari dei terreni (nei giardini privati).
Perché il pino fa la resina?

Le conifere hanno un apparato secretorio che produce una sostanza chiamata oleoresina, che è una miscela di resina e olio essenziale. Le cellule secretorie sono presenti attorno ai canali in cui si accumula questa sostanza, e la quantità e la distribuzione dipendono dal tipo di pianta. La resina è comunemente presente nella corteccia delle conifere, ma può essere secreta anche da alcuni alberi non coniferi, come ad esempio l’albero di sandalo o un tipo di frassino che produce la manna.
La secrezione naturale di resina può essere accelerata in caso di tagli sul tronco, e per questo motivo la raccolta avviene attraverso il raschiamento della corteccia o la pratica di incisioni nel legno. In alcuni casi, la resina può essere raccolta anche mediante la combustione controllata o l’iniezione di acido solforico.
La resina delle conifere e i suoi derivati sono ancora ampiamente utilizzati in vari settori, tra cui la medicina, la cosmetica e l’industria.
Pino: come si cura
Le varietà di pino provengono da una vasta gamma di climi e habitat, quindi i requisiti di coltivazione possono variare notevolmente. Tuttavia, esistono linee guida generali che sono attinenti e simili per tutte le specie.
Pino: come piantarlo
Il pino può essere piantato a partire dal germoglio ottenuto dai pinoli. Se i germogli vengono piantati molto vicini tra loro, la produzione di pinoli sarà maggiore, ma la crescita della pineta si arresterà dopo poco tempo. Pertanto, se si desidera una produzione prolungata nel tempo, la pineta deve essere abbastanza rada.
Pino: dove cresce
Il pino predilige il sole e necessita di essere collocato in una zona ben esposta ai raggi diretti. Non teme le basse temperature, ma non è adatto alle regioni alpine caratterizzate da forti nevicate durante la stagione invernale.
Pino: quale terreno
Il pino ha bisogno di terreni molto drenati che contengano una elevata percentuale di sabbia o roccia. È in grado di adattarsi anche a condizioni estreme, ma l’umidità eccessiva può danneggiare irreversibilmente il sistema radicale della pianta.
Pino: come innaffiarlo
Gli esemplari adulti di pino sono in grado di sopportare lunghi periodi di siccità e generalmente si accontentano delle piogge. Tuttavia, le piantine appena nate sono molto fragili e richiedono cure speciali, poiché possono morire per disidratazione anche solo con un leggero tocco.
Pino: concimazione
In caso di necessità, è possibile utilizzare un concime stallatico in autunno per favorire la crescita e lo sviluppo del pino.
Pino: cosa piantare sotto di esso
La zona sotto un pino può rappresentare un’opportunità per piantare altre piante. Tuttavia, è importante selezionare piante che siano in grado di adattarsi alle condizioni create dalla presenza del pino, come l’ombra e la competizione per l’acqua e i nutrienti del terreno.
Cosa teme il pino
Il pino, nonostante la sua resistenza alle avversità, può essere sensibile all’azione di funghi, batteri e insetti, che possono portare anche alla morte della pianta. Inoltre, può risentire degli effetti del clima, della siccità, dell’inquinamento e della salinità in eccesso.
Il marciume
Una delle malattie più comuni che può colpire il pino è il marciume. I ristagni idrici possono causare danni all’apparato radicale e portare la pianta alla morte. Se si notano segni di marcescenza, è difficile recuperare la pianta. Pertanto, è importante adottare misure preventive per evitare questo problema.
Processionarie e afidi
Il pino può essere colpito dalla processionaria e dall’afide del cedro. In tali casi, è necessario trattare la pianta con insetticidi o antiparassitari sistemici. Entrambi questi parassiti possono causare danni significativi e, appena si nota la loro presenza tra i rami, è indispensabile intervenire immediatamente per evitare che il problema si diffonda rapidamente e diventi difficile da risolvere.
Utilizzi comuni del pino
Il pino ha molteplici utilizzi commerciali che spaziano dalla produzione di legname alla trementina ottenuta dalla sua resina. Inoltre, l’olio essenziale del pino viene impiegato in cosmetica e fitoterapia.
Cosa fare dei pinoli
La raccolta delle pigne e dei pinoli avviene da ottobre per tutto l’inverno, solitamente mediante l’uso di scuotitrici meccaniche (in passato, i raccoglitori saliva[vano] sugli alberi). Le pigne vengono poi distese all’aria aperta per essiccare, finché non si aprono e rilasciano i pinoli.
Pino: legna da ardere
Il legno del pino è resinoso, pesante e non particolarmente pregiato. A causa della resina, che facilita la combustione, non è adatto come legna da ardere in quanto può essere pericoloso. Vi è il rischio di incendio dovuto ai depositi di fuliggine che lascia. Nel caso in cui si desideri utilizzarlo nel camino di casa, è preferibile optare per il pino silvestre anziché l’abete rosso o il larice.
Il legno di pino non è neppure molto adatto per l’industria mobiliera. Di solito viene impiegato per la realizzazione di bancali, cassette da imballaggio e tavole per cantieri. Nella carpenteria, viene utilizzato principalmente sotto forma di pasta di legno o ridotto in fibre per riempire i pannelli di multistrato.
Pino nei parchi urbani
Il pino, grazie alla sua resistenza, all’altezza e alla chioma folta, viene spesso utilizzato per l’arborizzazione urbana, nei parchi e nei giardini. Questi alberi sono adatti per alberare le strade in quanto riescono a resistere senza problemi all’inquinamento atmosferico, ai forti venti e alla salsedine. Inoltre, sono in grado di sopportare lunghi periodi di siccità.
Resina
Fin dai tempi degli antichi Greci e Romani, si ricavavano dalla resina del pino sostanze come la pece, i balsami e vari unguenti, tra cui la “crapula” utilizzata per insaporire il vino. Questa parola è poi diventata un sinonimo di una persona dedita all’abbuffata.
Dalla resina si ottengono sia l’essenza di trementina che l’olio. La pece, ottenuta dalla resina, veniva utilizzata in passato per sigillare gli scafi delle barche (calafataggio). Inoltre, la resina del pino produce un’essenza che può essere paragonata all’incenso.
Utilizzi dell’olio essenziale di pino
Dalle gemme del pino si ricava l’olio essenziale, che trova numerosi utilizzi nel settore della cosmesi naturale. Viene impiegato nella produzione di saponi e detergenti che possiedono proprietà purificanti, deodoranti, stimolanti ed energizzanti per contrastare la stanchezza.
Quando viene inalato attraverso suffumigi e spray nasali, l’olio essenziale di pino si dimostra efficace nel trattamento del naso chiuso e della bronchite, grazie alle sue proprietà balsamiche, sedative e antinfiammatorie.
Dalla corteccia del pino si può ottenere un olio essenziale di qualità inferiore, che viene utilizzato nella produzione di cosmetici e prodotti per il bagno.
Controindicazioni
L’uso dell’olio essenziale di pino può causare irritazioni cutanee e delle mucose. Non è consigliato per persone ipersensibili o allergiche. Inoltre, è sconsigliato l’uso nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento.
Proprietà curative del pino
Il pino possiede diverse proprietà che lo rendono utile nel trattamento di varie patologie, soprattutto quelle che coinvolgono l’apparato respiratorio, come il raffreddore, la bronchite, la tracheite, la polmonite e l’asma. Inoltre, può essere efficace anche nel trattamento dell’influenza. Oltre a ciò, viene utilizzato anche per affrontare patologie come la cistite cronica, la prostatite, la leucorrea e la colecistite.
Utilizzo delle diverse parti del pino
Ogni parte del pino viene utilizzata per le sue specifiche proprietà curative:
Foglie
Le foglie del pino hanno un’azione purificante, risultando utili per i polmoni, i reni e la vescica.
Gemme
Le gemme del pino possono essere utilizzate per preparare decotti, che si rivelano utili come disinfettanti per la pelle e come deodoranti per l’ambiente.
Corteccia
La corteccia del pino, quando spezzettata e preparata in infuso, può essere bevuta per favorire la digestione.